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Come cambia l’ufficio post-COVID: 5 evoluzioni necessarie

  • Il distanziamento diventerà un nuovo standard di qualità per l’ufficio post-COVID

  • Il posto di lavoro non è più un edificio, ma un ecosistema di luoghi virtuali e fisici

  • 9 lavoratori su 10 vorrebbero ritornare in ufficio, ma con più flessibilità

  • La pandemia ha reso centrale il tema della protezione della salute sul lavoro

  • Attenzione al benessere psicofisico e senso di protezione negli uffici del futuro


Nuovi valori, nuove priorità

La pandemia ed il lockdown globale ci hanno insegnato qualcosa sull’organizzazione del lavoro. Qualcosa che riguarda anche gli spazi di lavoro. Il più grande e inatteso evento del nostro tempo ha cambiato la scala dei valori e delle priorità di persone e organizzazioni. Dagli studi sull’impatto della pandemia emerge una nuova concezione dell’ufficio post-COVID. Un ambiente di cui abbiamo riscoperto l’importanza e che, inevitabilmente si sta evolvendo verso un modello di smart (and safety) workplace.

 

1. Più spazio per le persone

Secondo Cushman & Wakefield, leader mondiale nei servizi immobiliari, il distanziamento è destinato a diventare uno standard di qualità per l’ufficio post-COVID. Per questo ha introdotto il concetto di “6 Feet Office” e definito un protocollo per aiutare le aziende ad adattarsi alla “nuova normalità”. A cambiare, di fondo, è il rapporto tra le persone e lo spazio. Le azioni fondamentali, in sintesi sono:

  • controllo degli accessi
  • definizione di percorsi e aree di sosta
  • riduzione del numero di postazioni e introduzione di pannelli divisori per uffici
  • pianificazione del numero di persone per ogni ambiente
  • adozione di strumenti per regolare l’utilizzo di spazi condivisi

 

2. Più spazio per le idee

La “regola dei 6 piedi” (circa 2 metri) pone alle organizzazioni un problema nuovo. Quello di definire quali funzioni riportare in ufficio post COVID e quali invece si continueranno a svolgere da remoto. Lo spazio fisico, essendo meno disponibile, diventa più prezioso. Non potrà più essere considerato come un mero “contenitore”, ma dovrà essere trattato, e di conseguenza progettato, come un ambiente strettamente connesso col mondo esterno e dedicato alle attività di valore strategico.

Emergono dunque due nuovi paradigmi:

  • Il posto di lavoro non è più un edificio, ma un ecosistema di luoghi virtuali e fisici che offre on-demand spazi flessibili per favorire comodità, funzionalità e benessere.
  • Lo scopo dell’ufficio è quello di fornire obiettivi e ispirazione, supportare la condivisione, l’apprendimento, le connessioni e l’innovazione.

 

3. La (ri)scoperta dello smart office

Il lockdown ci ha ricordato che il vero motivo per cui andiamo in ufficio è la possibilità di interagire e confrontarsi tra persone. Ma ci ha anche fatto scoprire anche che spazi di lavoro flessibili sono più sicuri e produttivi. È questa la nostra idea di smart office.
Secondo la ricerca “Work From Home 2020” di Gensler la maggioranza dei lavoratori vorrebbe tornare a lavorare in ufficio dopo l’emergenza, ma in modo meno rigido.

  • Solo il 12% degli intervistati preferisce continuare l’home working; il 70% vorrebbe lavorare in ufficio per la maggior parte del tempo.
  • Le tre ragioni più importanti per il ritornare sono: le riunioni con i colleghi, la socializzazione e le interazioni informali.
  • Per oltre il 50% degli intervistati lavorare da casa complica la collaborazione e la capacità di restare aggiornati sul lavoro.
  • La stessa percentuale ritiene comunque che le aziende dovrebbero incrementare la possibilità di home/smart working.

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4. Più spazio per la sicurezza

Gensler indica un percorso di riprogettazione dei luoghi di lavoro che arriva a immaginare, per il futuro, spazi interni ed esterni espressamente rivolti al miglioramento di salute e benessere. La pandemia infatti ha portato le persone a focalizzarsi in modo permanente su questi valori. Che di conseguenza dovranno diventate obiettivi primari per le aziende che competono nell’attrarre talenti. Fra le principali aspettative emergono:

  • l’aumento del livello di pulizia degli uffici
  • l’installazione di sistemi per la purificazione dell’aria
  • l’introduzione di sistemi touchless in ambienti condivisi
  • maggior distanziamento e postazioni di lavoro più delimitate

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5. Più spazio per il benessere

Lo smart office del futuro dovrà essere uno spazio di condivisione e innovazione, ma anche di benessere. Questo tema è anche al centro dell’analisi “Post pandemic workplace” condivisa da Fortebis, Studio di Consulenza di Architettura e Ingegneria: “Gli uffici costituiranno gli incubatori comportamentali di nuovi modelli lavorativi e sociali, aggiornando gli attuali schemi di smart working, per proiettarsi verso sedi di lavoro dove l’attenzione al benessere psico-fisico ed un senso di “protezione” siano percepibili sia nello spazio, sia nella sfera emotiva”. (Da “Post Pandemic Workplace. Gli uffici anti-virus” del 29 aprile 2020 di Edith Forte – CEO di Fortebis)

 

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