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Disabilità: la sfida dell’inclusione sta anche in ufficio

Qualche piccolo passo in avanti è stato fatto. Ma il cammino resta lungo. Malgrado gli sforzi legislativi, in Italia lo svantaggio nell’accesso al mercato del lavoro per le persone con disabilità rimane notevole. Un peccato, oltre che una violazione dei diritti. Perché l’inclusione passa anche e soprattutto dal lavoro. È positiva per gli individui e migliora il business aziendale. Deve, però, essere un’inclusione vera: non solo per un obbligo di legge, ma perché percepita come un reale valore aggiunto. Di certo c’è che un attento design dell’ufficio e i giusti arredi possono favorire una (naturale) inclusione delle persone con disabilità. Vi spieghiamo come.

I vantaggi (per tutti) dell’inclusione

Per ridurre le distanze tra lavoro e disabilità bisogna, in primis, abbattere le barriere. Fisiche, certamente, ma anche e soprattutto culturali. Lo ha ribadito di recente anche il ministro per la Disabilità Erika Stefani. «Per le persone con disabilità – ha sottolineato – il lavoro è centrale in quanto permette di vivere la società e le relazioni». Si tratta di mettere le persone al centro. È quel che si propone di fare lo Universal Design: una progettazione realmente inclusiva, per tutti. Come per tutti sono i vantaggi di questa filosofia:

  • l’88% della popolazione è maggiormente propensa verso i marchi più inclusivi, come certificato dal Diversity Brand Index. Era il 63% nel 2019, il 52% nel 2017.
  • L’inclusione fa bene al fatturato. Il gap di crescita dei ricavi può superare il 20% tra chi investe sulla diversification e inclusion e chi non lo fa¹.

La strada è ancora lunga, ma…

Ciononostante, in Italia la strada da fare è ancora lunga. Alcuni interventi normativi, su tutti la Legge 381/1991 e la 68/1999, hanno migliorato il quadro. La prima disciplinando le cooperative sociali per l’inserimento lavorativo dei disabili. La seconda agendo sul collocamento mirato.
Ancora oggi, tuttavia, nella nuvola di parole della disabilità, il termine lavoro è visualizzato in un carattere troppo piccolo. Basti pensare che, dati del 2019², solo un terzo delle persone con disabilità tra i 15 e i 64 anni ha un impiego. A conti fatti, lavora il 32,2% di individui con limitazioni gravi contro il 59,8% dei normodotati. In Europa il rapporto è: 50,6% a 74,8%. Proprio l’Italia, però, può stabilire il punto di partenza per un cambio di rotta, coinvolgendo l’intera società. Come? Anche semplicemente stando in ufficio. Ma un ufficio diverso: più inclusivo, più consapevole. In una parola: migliore.

 

Abbattere le barriere? Si può fare!

Da sempre, noi di Estel, siamo convinti che le barriere, di tutti i tipi, siano fatte per essere abbattute. Per questo sosteniamo una realtà come Lo spirito di Stella. La Onlus è impegnata in una campagna di sensibilizzazione proprio sul tema delle barriere architettoniche. Promuove, inoltre, iniziative per favorire l’inserimento dei disabili nella società.
Da produttori di arredo di design per casa e ufficio abbiamo portato questa vision nel nostro modo di lavorare. Negli anni abbiamo orientato il nostro approccio progettuale all’accessibilità. Abbiamo eliminato il concetto di “utente medio” puntando a un design inclusivo in grado di valorizzare le differenze per creare innovazione. In questa direzione va la realizzazione di prodotti fruibili al 100% anche da persone con disabilità. È il caso, per esempio, delle scrivanie Sit&Stand con piano ad altezza regolabile. Ma anche di Collaborative Room. La nostra gamma di pod modulari, infatti, non ha soglie d’accesso. Gli spazi interni, inoltre, consentono alle persone in carrozzina di muoversi agevolmente.

 

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COLLABORATIVE ROOM

 

Come fare reale inclusione in azienda

Mai come in questo ambito contano i fatti, più che le parole. Per favorire l’inclusione servono impegno e lungimiranza, apertura e ascolto. E bisogna essere consapevoli che dare equità non è un gioco a somma zero. È, piuttosto, un’opportunità da cogliere.
Come realizzare, però, una reale inclusione in azienda? La rete internazionale The Valuable 500 ha dato alcuni suggerimenti in materia. Tra questi:

  • Comunicazione. Investire nel confronto e nel dialogo con i dipendenti con disabilità. Assicurarsi che tutti, all’interno dell’organizzazione, comprendano l’importanza dell’inclusione.
  • Brand experience. Condurre una verifica della propria brand experience per identificare i punti di forza e di debolezza.
  • Design leadership. Educare i team a mettere il design inclusivo al centro dello sviluppo di prodotti e servizi.

 


NOTE

¹ Fonte: White paper Diversity e Inclusion, una nuova leva competitiva in azienda di Fondazione Adecco e Forbes

² Fonti: Istat; Eurostat; dossier L’inclusione lavorativa in italia delle persone con disabilità a cura dell’Ufficio Studi e dell’Osservatorio Statistico della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro https://www.disabili.com/images/pdf/Dossier-lavoro-disabili.pdf